Dicembre 2, 2021

Apice

IL DISASTRO DI APICE VISTO CON GLI OCCHI DEL REGISTA NAPPA

LIDIA UMBERTO

Due terremoti e dove c’era la vita ora c’è il silenzio, l’abbandono, la desolazione. E’ la storia di Apice, cittadina del beneventano diventata un paese fantasma, una sorta di Pompei moderna proprio a seguito dei due terremoti. Dopo quello verificatosi nel 1980, vista l’impossibilità economica di ricostruire il proprio Comune, il sindaco decise di edificare una nuova città a pochi chilometri di distanza dalla vecchia, sulla collina di fronte. Ora quella storia è stata raccontata, in modo originale e puntuale, da due sceneggiatori campani, Max oliva e Daniele Violante, con la regia del casertano Luigi Nappa.

IL TITOLO

Apice, terra mia” è il titolo del lavoro che ha come protagonista, appunto, il piccolo centro poco più di cinquemila abitanti, colpito, nell’agosto del 1962 e nel 1980 dai due terremoti: i segni di entrambi gli eventi sono ancora visibili e ricordano i tragici momenti che hanno completamente sconvolto le vite degli abitanti. La zona è oggi completamente transennata con il divieto d’accesso. Tutto è rimasto com’era: le insegne dei negozi, l’illuminazione, le strade, la scuola, la chiesa, i cortili con le auto ancora parcheggiate, le finestre con le tende, i vasi dei fiori sui balconi. E su tutto un silenzio surreale. La zona abbandonata dopo il sisma, chiamata “Apice vecchia” è diventata, così, un luogo turistico (sono ancora oggi tante le persone che vanno a curiosare) e anche un set cinematografico molto suggestivo.

LA RIPRODUZIONE

Il duo di sceneggiatori Oliva e Violante è stato però il primo a riprodurre gli avvenimenti e le conseguenze dei terremoti proprio nel posto in cui hanno avuto luogo avvalendosi della direzione di Luigi Nappa, che ha già realizzato altre opere finalizzate a raccontare e promuovere luoghi e territori con documentari e cortometraggi. Il corto si presenta come un cammeo arricchito dalla presenza dei personaggi del luogo, e racconta gli attimi precedenti la scossa.

I RACCONTI

Sono cinque le storie che si intrecciano nella pellicola e che raccolgono le speranze, le parole non dette, i propositi, gli sguardi, i sogni da realizzare portati via all’improvviso dal tragico evento. Le riprese degli interni, per motivi di sicurezza, sono state effettuate a Marcianise, mentre le scene all’esterno sono state girate interamente nella zona rossa di Apice Vecchia. Determinante per la riuscita del progetto, sottolineano regista e sceneggiatori, è stata la collaborazione ed il sostegno del Comune di Apice ed in particolare dell’assessore al turismo Daniela D’Oro.